Apple sta ancora una volta sfidando il Digital Markets Act (DMA) dell’Unione Europea, affermando che i nuovi dati mostrano che il regolamento non ha raggiunto uno dei suoi obiettivi principali: rendere le app più economiche per i consumatori.
La società ha rilasciato astudiocommissionato da Analysis Group che ha esaminato più di 41 milioni di transazioni dell’App Store in 21.000 app nell’UE tra marzo e settembre 2024. Il rapporto ha rilevato che dopo che Apple ha ridotto le commissioni per gli sviluppatori per conformarsi al DMA, circa il 90% degli sviluppatori non ha abbassato i prezzi delle proprie app. Tra coloro che lo hanno fatto, la riduzione media è stata solo del 2,5% e in alcuni casi i prezzi sono addirittura aumentati.
Le modifiche tariffarie di Apple, che hanno ridotto le commissioni dal 30% al 10% per gli sviluppatori più piccoli, sono state introdotte insieme all’opzione per gli app store di terze parti in Europa. Le autorità di regolamentazione dell’UE avevano sostenuto che una maggiore concorrenza avrebbe fatto scendere i prezzi per gli utenti. Tuttavia, secondo Apple, lo studio dimostra che i risparmi non sono mai stati trasferiti. Invece, l’86% del vantaggio finanziario è andato agli sviluppatori al di fuori dell’UE, e la maggior parte ha scelto di mantenere il margine extra.
Apple ha anche sottolineato che i risultati rispecchiano il suo precedente programma Small Business, che ha ridotto le commissioni dell’App Store per gli sviluppatori più piccoli nel 2020. Anche allora i prezzi sono rimasti sostanzialmente gli stessi. L'azienda sostiene che gli sviluppatori spesso reinvestono i risparmi sulle commissioni nel miglioramento dei prodotti invece di ridurre i costi per gli utenti.
Le critiche di Apple al DMA vanno oltre i prezzi. Si afferma che i requisiti di legge hanno costretto l’azienda a ritardare diverse funzionalità nell’UE a causa di rischi per la privacy e la sicurezza. Il mirroring dell’iPhone, la traduzione live degli AirPods e la sincronizzazione Wi-Fi automatica sono stati tutti posticipati o limitati nella regione, con Apple che sostiene che le nuove regole imporrebbero di condividere i dati sensibili degli utenti con terze parti.
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La Commissione Europea non ha ancora risposto alle ultime affermazioni di Apple. La pubblicazione dello studio arriva mentre l’UE inizia la revisione programmata del primo anno di applicazione della DMA, suggerendo che il tempismo di Apple è strategico.
Sebbene sia improbabile che i risultati cambino immediatamente la politica dell’UE, forniscono ad Apple un altro punto dati a sostegno della sua tesi secondo cui il DMA avvantaggia più gli sviluppatori che gli utenti. La posizione di Apple è chiara: la legge potrebbe aver cambiato il modo in cui vengono distribuite le app per iPhone, ma non ha cambiato ciò che pagano i consumatori.
